Presentato in concorso a Venezia è ora in programmazione il nuovo film firmato da Saverio Costanzo: Finalmente l’Alba
Il regista romano, dopo il grande successo ottenuto con la serie TV L’Amica Geniale, torna al grande schermo a distanza di quasi dieci anni da Hungry Hearts che gli aveva portato sette candidature ai David, sei ai Nastri d’Argento e due Coppe Volpi alla Mostra di Venezia per i due protagonisti Adam Driver e Alba Rohrwacher. Lo fa con una pellicola da lui stesso scritta e prodotta da RaiCinema con Wildside.
Costanzo ha dichiarato che, inizialmente, aveva pensato di scrivere un film sull’omicidio della giovanissima Wilma Montesi, avvenuto nell’aprile del 1953 e che rappresentò per l’Italia il primo caso di assassinio mediatico. Poi, come accade spesso scrivendo, l’idea iniziale è cambiata e piuttosto che far morire un’innocente ne ha cercato il riscatto. Secondo lui, infatti, Finalmente l’alba è un film sul riscatto dei semplici, degli ingenui, di chi è ancora capace di guardare il mondo con stupore.
Il film ricostruisce la grande epopea di Cinecittà, al tempo d’oro della produzione dei kolossal e della presenza dei grandi divi internazionali che giungevano in molti in quella che era definita la Hollywood sul Tevere. L’anno è il 1953, il giorno è quello prima dell’uccisione di Wilma Montesi. La protagonista è Mimosa (interpretata dalla rivelazione Rebecca Antonaci, al suo debutto), prossima alle nozze con un ragazzo che non vuole, ma che piace ai suoi genitori. Quel giorno mimosa accompagna la bellissima sorella Iris a Cinecittà ai provini per le comparse in un importante film americano di ambientazione egizia.
A sorpresa, però, è Mimosa ad essere selezionata dalla star del film in persona, Josephine Esperanto, per un ruolo di figurante speciale; inizialmente riluttante, la ragazza accetta principalmente perché ha una cotta per l’attore protagonista. Durante le riprese, la diva viene ammaliata dall’innocenza della ragazza, e dalla sua indifferenza a quel mondo di apparenza e insiste perché quella sera Mimosa vada con lei ad una festa. Lei accetta l’invito mondano e tra attori del film, personaggi strani e figure ambigue, che segneranno il suo passaggio all’età adulta, viene catapultata suo malgrado, ma non senza momenti di euforia, in un universo privo di scrupoli, in una lunga notte che sembra interminabile. Ne uscirà, finalmente all’alba, trasformata da ragazza a donna e con la consapevolezza che il coraggio non serve a uniformarsi a quello che gli altri vogliono per noi, ma a comprendere cosa vogliamo e chi siamo veramente.
Werner Altomare