comunicato stampa

Quale sarà la sorte dell’ospedale di Acri?

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La preoccupazione attorno alla situazione in cui versa l’Ospedale di Acri continua a non placarsi. Infatti al di là di qualche sporadico comunicato che sembrava riportarci un po’ di speranza, in realtà le cose non vanno affatto bene.

In particolare, da qualche settimana, l’attenzione – di pochi per la verità – si è posta sul reparto di Medicina caratterizzato da uno stato che ha dell’inquietante, e che si accompagna alla paura di ritorsioni.

Sappiamo tutti che il suddetto reparto è stato di recente chiuso, a causa di un focolaio Covid, con l’inevitabile dimissione o trasferimento dei pazienti che vi erano ricoverati e la messa a riposo degli operatori.

Sono venuta a conoscenza, da qualche giorno, che questo reparto sia oggetto di un particolare ridimensionamento il quale, ad un profano come me, farebbe pensare ad un’imminente chiusura.

Carte alla mano – e non voci di corridoio – ci dicono che i posti letto del reparto Medicina – come peraltro evidenziato già da altri articoli – siano scesi da venti a dieci con una parallela riduzione del personale infermieristico, attualmente presente in numero di otto unità.

La cosa che però più mi inquieta è che, proprio tre giorni fa, il suddetto reparto sia stato riaperto con soli sette posti letto. Fino a quando non ci è dato sapere.

Quello che emerge dalla consultazione dei documenti ufficiali è che si tenda a far ricadere la responsabilità di tale situazione proprio sugli infermieri.

La realtà dei fatti è che, come si evince dalla documentazione, essi non hanno consigliato di ridurre il numero dei posti letto così da poter andare in ferie, al contrario! Hanno coscientemente affermato l’impossibilità di usufruire delle ferie estive 2021 – tramite una nota ai dirigenti preposti – poiché i turni del reparto rimarrebbero scoperti. Ma le ferie sono un diritto sacrosanto, non un pretesto da utilizzare.

Dove sono le sigle sindacali che dovrebbe tutelare questi lavoratoriche coprono turni massacranti e i quali rischiano, logica vuole, che vengano anche trasferiti in altre strutture della provincia. Imputare loro responsabilità, che peraltro legalmente non possono assumersi, appare a dir poco surreale.

Un sistema, questo, che ha determinato un calo drastico anche dell’economia interna all’ospedale stesso e che si ripercuote, ancora, sulla già precaria economia della città.

C’è forse alla base un disegno preciso? Sono tante le domande che si accavallano nella mia mente.

Può una direzione sanitaria scaricare la responsabilità di ridurre i posti letto del reparto Medicina sugli operatori che vi lavorano?

E’ possibile che gli infermieri vengano sposati ad altri reparti, e persino in altri ospedali, senza un ordine di servizio? E’ una prassi normale? Perché i posti letto di Medicina sono stati ridotti a sette? Perché trasferire altrove gli infermieri che vi sono impiegati se questo significa mettere a rischio il corretto funzionamento del reparto stesso? Inoltre quale sarà la destinazione del reparto Covid una volta chiuso? Quante sono le unità infermieristiche che vi sono state assegnate malgrado ad oggi non ci siano pazienti? E con quali procedure? Vi sono atti ufficiali? Chi può fornirci risposte e rassicurazioni?

A nome di coloro che hanno chiesto il mio intervento, affinché io potessi far emergere questa situazione, mi rivolgo al nostro Sindaco, che ha a cuore le sorti del nostro ospedale e pone costante attenzione affinché tutti i cittadini possano accedere equamente ad una sanità pubblica efficiente.

Sono certa che egli non sia a conoscenza di questi accadimenti – malgrado abbia, politicamente, un confronto costante con coloro che operano all’interno della direzione sanitaria – altrimenti vi avrebbe posto rimedio, essendo procedure attivate localmente.

E’ a lui che giro il grido di disperazione, di rabbia, di frustrazione e di enorme tristezza che ho potuto leggere negli occhi pieni di lacrime di chi, lavorando con serietà ed etica, viene purtroppo mortificato da prassi di cui, francamente, non si comprende il senso.

Auspico vivamente una risposta mediante comunicazione ufficiale a tutti i cittadini al fine di evitare qualsivoglia equivoco o fraintendimento della realtà dei fatti.

Nel mentre sarà mia premura mantenere alta l’attenzione.

Loredana Barillaro


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