Rapina all’ex gioielliere Garofalo, restituita al proprietario la refurtiva
Ieri, con la restituzione della refurtiva al legittimo proprietario, si è chiuso il cerchio su una vicenda che aveva fin da subito suscitato, nella comunità acrese, clamore e sdegno per la brutalità con la quale si era consumata.
Lo scorso 20 febbraio, Antonio Garofalo, ex gioielliere, fu aggredito da due uomini con il volto travisato, in una cascina di sua proprietà, in via Corneto, presso cui era solito recarsi. Garofalo fu immobilizzato, malmenato e derubato delle chiavi che aveva in auto, tra le quali quelle della sua ex gioielleria di via Giovanni Amendola, chiusa ormai da quattro anni. Appena riuscito a liberarsi, diede l’allarme, ma i malviventi avevano già fatto visita alla gioielleria, trafugando 272 orologi e 45 gioielli di vari modelli, per un valore complessivo stimato intorno ai 50.000 euro.
L’attività investigativa messa in campo dalla locale stazione dei Carabinieri, guidata dal comandante Antonio Zaccaria, è stata tempestiva ed efficace. Infatti, grazie al riscontro di alcune telecamere presenti in zone nevralgiche del centro cittadino, sono riusciti a risalire a un’auto sospetta, una Bmw serie 3 blu scuro. Quindi, non avendo potuto rintracciare la donna che era solita dare una mano al Garofalo nelle attività quotidiane nella cascina, gli uomini della Benemerita sono riusciti a stabilire che fosse proprio lei il contatto in grado di fornire le informazioni agli altri due.
Ai tre, grazie a un minuzioso lavoro di riscontro di dati, è stata data, nel giro di poche ore, una identità: due uomini, RCC, di 30 anni e CCL, di 44, e una donna, MDI, 45 anni, tutti di nazionalità rumena.
Il 12 marzo verrà poi firmata dal Gip del Tribunale di Cosenza, Letizia Benigno, l’ordinanza di misura cautelare in carcere, con tre capi di imputazione pesanti: sequestro di persona aggravato, lesioni gravi e rapina aggravata.
Intanto, grazie alle segnalazioni dei colleghi acresi, i Carabinieri di Pelago, in provincia di Firenze, avevano fermato i tre, con l’accusa di ricettazione, poiché proprio in quella zona cercavano di piazzare la refurtiva.
Nella giornata di ieri, come detto, Antonio Garofalo, si è recato a Pontassieve per ritornare in possesso dei monili e cercare di lasciarsi alle spalle questa brutta storia.