Sulla Croisette tappeto rosso per il 74mo Festival del cinema di Cannes
Sulla Croisette, dal 6 al 17 Luglio, è rimasto steso il tappeto rosso per la 74ma edizione del Festival del Cinema di Cannes. Tra i numerosi film in concorso (ben 24) c’era anche Tre piani del nostro Nanni Moretti, che ha adattato il romanzo omonimo dello scrittore Israeliano Eshkol Nevo, pubblicato nel 2015, nel quale sono narrate le vicende di tre nuclei familiari che vivono nello stesso edificio. Il regista Italiano ha trasferito la storia da Tel Aviv a Roma. Nonostante abbia ricevuto oltre dieci minuti di applausi al termine della proiezione, il film non è mani stato ritenuto tra i probabili vincitori. Margherita Buy, però, protagonista del film insieme a Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Alba Rohrwacher, Anna Bonaiuti e lo stesso regista, è rimasta in lizza tra le potenziali vincitrici della Palma alla migliore attrice. Palma che è stata, invece, assegnata alla Norvegese Renate Reinsve, per The worst person in the world di Joachim Trier.
C’è comunque un Italiano che ritira una Palma d’Oro: la Palma d’Onore alla carriera attribuita al regista Marco Bellocchio, il quale era stato in concorso a Cannes diverse volte, l’ultima con Il Traditore. Il riconoscimento gli è stato assegnato in “omaggio alla sua opera unica che ha segnato con forza e libertà il cinema contemporaneo” e gli è stato consegnato dal collega, Premio Oscar, Paolo Sorrentino.
Il giorno prima era stato presentato in anteprima mondiale il nuovo lavoro di Marco Bellocchio: Marx può attendere un film-documentario autobiografico, che parla della sua famiglia e soprattutto di Camillo, suo fratello gemello, morto suicida nel 1968 quando aveva 28 anni.
Oltre che a Marco Bellocchio, unico altro riconoscimento di cui cinema italiano, in qualche maniera, può fregiarsi, è andato al film A Chiara di Jonas Carpignano, giovane regista nato a New York da genitori italiani.
La giuria, presieduta dal regista statunitense Spike Lee, il quale ha commesso la gaffe di annunciare anzitempo il film vincitore, ha attribuito la Palma D’Oro a Titane della Francese Julia Ducournau, seconda regista donna nella storia del Festival ad essere premiata, dopo Jane Campion nel 1993 per Lezioni di piano.
Infine, lasciando Cannes, un omaggio va a Libero Di Rienzo, che ha terminato troppo in fretta la sua esperienza terrena, trovato morto nella sua abitazione romana, stroncato all’età di 44 anni, pare, da un infarto. Oggi sarà eseguita sul corpo l’autopsia di rito, per determinare con maggior precisione la causa del decesso. L’attore e regista Napoletano di riconosciuto talento, aveva debuttato nel 1999 in Asini diretto da Antonello Grimaldi; aveva vinto il David di Donatello nel 2002 come miglior attore per l’interpretazione in Santa Maradona di Marco Ponti. Ricordato anche per aver impersonato Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra nel film Fortapàsc di Marco Risi e per il ruolo dell’economista col vizio del poker Bartolomeo Bonelli nella trilogia Smetto quando voglio di Sydney Sibilia.
…che la terra ti sia lieve, Libero.
Werner Altomare