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The white side of man, opera rock ispirata ai Pink Floyd, portata in scena al Teatro Garden di Rende.

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Bisogna ammettere che le aspettative non sono andate deluse: lo spettacolo annunciato di una grande opera rock ha avuto riscontro in ogni suo aspetto. A cominciare dal pubblico entusiasta che ha riempito il teatro. Il progetto The white side of man è nato dalla mente di Luca Correale, artista a tutto tondo con la passione per i Pink Floyd: musicista, cantante, creatore digitale e frontman della cover band Syd Floyd, nome scelto in omaggio a Syd Barret chitarrista, fondatore e leader dei Pink Floyd fino al 1968 quando, a causa della sua sempre più continua alienazione dovuta all’uso di sostanze psicotrope, venne allontanato dal gruppo e sostituito da David Gilmour. Per Correale, che ha curato anche la regia dello spettacolo, esiste per i Pink Floyd un prima e un dopo Syd Barrett.

Le note eseguite alla chitarra elettrica da Mauro Godini hanno penetrato l’anima e lo stomaco degli spettatori intrappolandoli in sensazioni fortissime. Accanto a lui, ad eseguire i particolari arrangiamenti: Stefano Di Lionardo alle tastiere, Tommaso Donato alla batteria, Andrea Mandarino al basso, Federico Mandato alle altre chitarre, Danilo Perticaro al sassofono e poi la voce incredibile di Alessandra Ribes Palmieri.

A completare questa performance collettiva: il corpo di ballo, composto da quattro meravigliose danzatrici della New Generation Ballet, coordinato da Rosanna Corso; le opere di body painting delle sorelle Loredana e Cinzia Aìno le quali sui corpi delle modelle hanno dipinto immagini riconducibili agli album dei Pink Floyd e i due giovani attori Francesca De Angelis e Corrado De Pasquale. C’è spazio anche per una quarantina di bambini del coro di voci bianche dell’Istituto Comprensivo di Casali del Manco-Pietrafitta.

Dietro l’organizzazione dell’evento vi è un progetto benefico a sostegno della Fondazione Casa di San Francesco d’Assisi OnLus, che si dedica all’accoglienza e all’assistenza delle persone meno fortunate.

L’opera, a cominciare dal brano di apertura: Shine on your crazy diamond, coinvolge la platea in una commistione forte di immagini ipnotiche: Musica, luci, recitazione mimica, danza trascinano nel mondo visionario di Syd Barrett, in una dimensione psichedelica, a tratti inquietante che conduce verso quella riflessione obiettivo dell’autore: esplorare il nostro conflitto interiore. Da una parte il bisogno di sembrare invulnerabili, dall’altra il desiderio di essere autentici. Sul grande palcoscenico della vita, ogni uomo indossa una corazza per nascondere le proprie debolezze e affrontare il giudizio del mondo, ma nel profondo dell’anima, dove le maschere cadono, si combatte una lotta antica e continua. Sul palco, le nostre paure danzano con le fragilità nascoste, in una battaglia che non lascia vincitori né vinti, un viaggio nei conflitti dell’anima che ci invita a scoprire chi siamo veramente.

Si torna in scena il 22 Febbraio al cine teatro Odeon di Reggio Calabria con la legittima ambizione, che ci auguriamo possa trasformarsi in concreta realtà, di una tournée nazionale.

Werner Altomare


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