Un Ominiello all’acqua di rose
“ Se la libertà significa qualcosa, allora significa il diritto di dire alla gente cose che non vogliono sentire”.
George Orwell.
Nel corso degli ultimi anni, in quanto esponenti del gruppo Innovatori della Politica, ci siamo costantemente occupati del dibattito politico che ha animato il nostro territorio comunale. A distanza, tuttavia, di più di un lustro, sembra che nulla sia cambiato; anzi, ci ritroviamo nuovamente a dover porre l’accento su questioni estremamente rilevanti che stanno divenendo ormai ataviche, per non dire perenni. Come i cittadini più attenti senza dubbio ricorderanno, sin dal lontano anno 2017, e precisamente dopo pochi mesi dall’insediamento del governo Capalbo I, il primo scoglio contro cui l’allora neonata Amministrazione Comunale dovette scontrarsi fu quello relativo alla questione idrica. Ad oggi, malgrado siano trascorsi ben più di sessanta mesi (!), la situazione appare ben lungi dall’essere risolta in maniera definitiva, quanto piuttosto si è aggravata ulteriormente. I cittadini stanno vivendo da tempo immemore una serie di enormi disagi, culminati con la percepibile riduzione del flusso di acqua in molteplici abitazioni, con la carenza frequente e periodica del bene primario, con le rotture ormai innumerevoli a carico diimpianti obsoleti, a tal punto che i bollettini sullo “stato di salute” di Ominiello sono diventati, ahinoi, sempre più familiari. Volendo sdrammatizzare, si potrebbe affermare che la gestione del problema idrico sia stata affrontata, nel suo complesso, piuttosto all’acqua di rose. Cosa rimane dunque delle promesse degli Amministratori (visto il tema si potrebbe dire ironicamente da marinaio) pronunciate in pubbliche occasioni di incontro vis à viscon i cittadini, comprensibilmente preoccupati ma al contempo propositivi, al netto di qualche suggerimento che ad alcuni ancora potrebbe apparire, come dire, un po’ “fantasioso”? Nulla, se non un pluricelebrato finanziamento da 2.5 milioni di euro circa da impiegare per l’ingegnerizzazione della rete idrica, ma che al momento non ha ancora prodotto niente di concreto, ed una serie di clamorosi insuccessi nella gestione della crisi idrica. Ovviamente, affermare che la colpa di tutto debba ricadere esclusivamente sulle spalle della squadra di governo guidata dal Sindaco Capalbo appare ingiusto e non corrispondente del tutto al vero; nessuna Amministrazione che abbia governato la nostra Città negli ultimi decenni può sentirsi comunque esente da colpe e responsabilità. A tutto ciò, si aggiunge un percepibile senso di smarrimento e di dubbio alimentato dalla qualità microbiologica, spesso molto bassa, delle acque che fluiscono dai nostri rubinetti, e sovente non conforme agli standard per gli utilizzi più comuni e vitali. Tanto che, sarcasticamente, si potrebbe affermare che la cosa più “pura” comparsa ad Acri negli ultimi tempi sia stata, parafrasandone il titolo, l’autobiografia sulla vita della pornostar Malena, la cui presenza è stata oggetto di un patrocinio un po’ “ballerino” da parte dell’attuale Amministrazione Comunale. Quindi, prendendo a modello l’intervento di qualche Consigliere Comunale, il cui apporto si limita, perlopiù, alla ripetizione di quanto già affermato in precedenza tra i banchi del Civico Consesso, come Innovatori non potevamo esimerci dal sottolineare per l’ennesima, e quasi sicuramente non ultima, voltaun argomento di importanza capitale. Proprio a proposito di Consiglio Comunale, appare calzante la massima riferita al mondo classico secondo cui: “ Se Atene piange, Sparta non ride”. Se è vero, difatti, che la Maggioranza annaspa e naviga a vista ( senz’acqua) non riuscendo a venire a capo della faccenda idrica, d’altro canto bisogna sottolineare come, durante lo scorso Consiglio Comunale, l’Opposizione sia apparsa poco coesa, scarsamente compatta e piuttosto sfilacciata e, fatta eccezione perqualche intervento incisivo ed apprezzabile, anche piuttosto in ombra al cospetto della controparte, la qual cosa avvalora ulteriormente la nostra scelta, compiuta a suo tempo, di non legare il nome degli Innovatori a nessuna delle alternative politiche che si sono proposte nella scorsa primavera. Allargando gli orizzonti ad una visione più ampia, ci si può comodamente rendere conto di come la vittoria della coalizione di centrosinistra guidata dal poi riconfermato Primo Cittadino sia stata, prendendo in prestito untermine usato dallo stesso Sindaco per definire le postazioni dell’elisoccorso che dovrebbero insistere sulle aree di San Giacomo e Là Mucone, occasionale, in quanto frutto di un’occasione, indubbiamente ben colta, servita su un piatto d’argento da coloro che avrebbero dovuto, almeno teoricamente,mettere in campo una più convincente alternativa. L’estemporaneità e la disaffezione dei cittadini nei confronti della vita politica è testimoniata dall’esiguo numero di coloro che hanno assistito in streaming ai lavori dello scorso Consiglio Comunale; sinceramente, non crediamo che se si fosse optato perun’eventuale convocazione del Civico Consesso in forma aperta, ciò avrebbe cambiato di molto le carte in tavola. Duole constatare come taluni cittadini, anche tra coloro i quali legittimamente si sono proposti avanzando una candidatura, adesso siano scomparsi o quasi dalla scena politica. Il tutto a fronte di una situazioneattuale a dir poco delicata, figlia di una penuria di servizi a tratti imbarazzante, di una viabilità assolutamente insufficiente, di una realtà sanitaria a dir poco critica, di un isolamento sociale prodromico di uno spopolamento demografico che pare inarrestabile. Volendo riportare degli esempi concreti basterebbe far riferimento all’impoverimento delle prestazioni erogate dal nosocomio cittadino, alla difficoltà tangibile nel rendere le vie di comunicazione realmente funzionali mediante una programmazione più articolata dei lavori di bitumazione, spesso del tutto assenti da anni per ampie porzioni del territorio, fino a giungere all’impossibilità di poter usufruire di strutture pubbliche di indubbia utilità, quale ad esempio il Palazzetto dello Sport, che pur essendo stato inaugurato, in pompa magna ed in periodofortemente pandemico, risulta ad oggi non fruibile, come testimoniato dagli spostamenti verso altre strutture cui risulta soggetta la società di futsal ASD Città di Acri C5. Senzadimenticare, ovviamente, la perdurante assenza dei tifosi a cui è stato finora impedito di poter sostenere la propria squadra di calcio dalle tribune del “Pasquale Castrovillari”. In tutto questo scenario poco rassicurante, si staglia all’orizzonte la figura dello “sportello del cittadino”, un servizio nato per ricevere le istanze, a volte “fantasiose”, degli abitanti e che si spera possa assolvere in futuro anche la funzione di raccogliere le eventuali richieste inoltrate da Presidenti di Associazioni, di qualsiasi natura, al fine di ottenere locali, in comodato d’uso e magari a titolo gratuito, da poter utilizzare come sede. Infine cogliamo l’occasione per inviare, seppur anticipatamente, i nostri migliori auguri di buon compleanno al Sindaco Capalbo.
Innovatori della politica